Tipi di guanti

In generale possiamo dividere i guanti in due categorie:
1. Guanti sintetici.
- Per il loro design:
• Con supporto, utilizzando materiali come cotone, nylon, fibra taeki... prima di rivestirli con materiale sintetico (di solito lattice, nitrile e poliuretano).
• Senza supporto, introducendo direttamente lo stampo del guanto nel materiale sintetico (nitrile, lattice, neoprene...).

- Per i materiali impiegati:
• Guanti in lattice, nitrile, PVC...

2. Guanti in pelle.
- Per il loro design: guanti tipo americano, da conducente, da saldatore...
- Per i materiali impiegati:
• Pelle fiore: usando la parte esterna della pelle (maggiore comfort e destrezza).
• Pelle crosta: usando la parte interna della pelle (maggiore resistenza all’abrasione).

DEFINIZIONI

- Mano: parte del corpo dalla punta del dito medio al polso.
- Guanto: DPI destinato a proteggere la mano o parte di essa dai rischi.
- Rischio: situazione indesiderata che può provocare danni alla salute del lavoratore.
- Palmo del guanto: la parte del guanto che copre il palmo della mano.
- Dorso del guanto: la parte del guanto che copre il dorso della mano.
- Destrezza: misura della capacità di manipolazione per svolgere un lavoro; è correlata allo spessore, all’elasticità e alla deformabilità del guanto.
- Livello di prestazione: numero che indica il valore ottenuto nella prova corrispondente secondo la norma specifica.

I MATERIALI

- Fibre naturali come il cotone, per applicazioni generali, offrono comfort, traspirabilità e resistenza all’abrasione.
- Materiali sintetici come nylon (abrasione e strappo), fibra Taeki (protezione al taglio e termica), PVC (abrasione e agenti chimici come grassi, oli e alcoli), neoprene (temperatura e agenti chimici).
- Pelle (fiore e crosta), materiale confortevole e traspirante che offre buone proprietà meccaniche (soprattutto abrasione e strappo).
- Rivestimenti:
• Lattice. Comfort, elasticità e destrezza. Resistenza ai prodotti chimici acquosi. Presa eccellente e buona resistenza all’abrasione.
• Poliuretano. Elasticità, resistenza all’abrasione e alla trazione. Resistente ad alcoli, idrocarburi e solventi. Ottima presa, buona resistenza all’abrasione e traspirabilità.
• Nitrile. Gomma sintetica resistente a oli, lubrificanti e prodotti petroliferi. Buona resistenza meccanica e alla perforazione. Elevata resistenza chimica.

MARCATURE DEI GUANTI

SCELTA DEL GUANTO

1º Identificare il guanto di cui abbiamo bisogno, analizzando sul posto di lavoro il compito da svolgere (dimensione dei pezzi, peso, lavori di precisione...) e il principale rischio da coprire in base alla sua importanza (rischio elettrico, rischio chimico, rischio termico, rischio meccanico...), scegliendo il livello di prestazione adeguato a ciascun rischio.
Altri fattori da considerare sono l’ambiente (interno/esterno, umidità... ecc.).

2º Identificare la taglia dell’utente: verificare la propria taglia.
La scelta della taglia è molto importante non solo per il comfort, l’ergonomia e la protezione dell’utente, ma anche per l’esecuzione precisa del lavoro. Una scelta errata della taglia può portarci a svolgere il lavoro con minore precisione (inefficienza), a un rischio maggiore (errori...) e a una esposizione più lunga al rischio perché si impiega più tempo a completare il compito.
I guanti da lavoro, come il resto dei Dispositivi di Protezione Individuale, sono classificati in 3 categorie
  • Categoria 1: Guanti che, grazie al loro design semplice, consentono all’utente di valutarne autonomamente l’efficacia contro rischi minimi e i cui effetti, quando controllabili, possono essere percepiti in tempo e senza pericolo per l’utente: attacchi meccanici superficiali, prodotti di manutenzione i cui effetti sono facilmente reversibili, urti e vibrazioni che non interessano parti vitali...

    • Questi guanti devono essere conformi alla norma EN420, una norma armonizzata che regola i requisiti minimi che devono soddisfare i guanti da lavoro: destrezza, pH, contenuto di cromo, taglia, sicurezza,…

    • La marcatura che i guanti di categoria 1 devono riportare è:
    - Identificazione del fabbricante o del rappresentante (logo, NIF…)
    - Riferimento o modello.
    - Taglia.
    - Marcatura CE.
  • Categoria 2: Guanti destinati a evitare rischi di ogni tipo che non potrebbero causare lesioni molto gravi o morte (rischi intermedi).

    • Questi guanti devono essere conformi, oltre alla EN420, alla norma armonizzata che regola il rischio contro il quale il guanto è raccomandato.

    • La marcatura che i guanti di categoria 2 devono riportare è:
    - Identificazione del fabbricante o del rappresentante.
    - Pittogramma del rischio contro il quale è raccomandato.
    - Livelli di resistenza.
    - Modello o riferimento.
    - Taglia.
    - Pittogramma relativo alla brochure informativa.
    - Marcatura CE.

    • La conformità alla norma deve essere effettuata da un laboratorio notificato dalla CE, che rilascia un certificato di tipo CE.
  • Categoria 3: Guanti destinati a proteggere l’utente da un pericolo mortale o da pericoli che potrebbero danneggiare gravemente e in modo irreversibile la salute, senza che il loro effetto immediato venga rilevato in tempo.
    Questi guanti devono essere conformi, oltre alla EN420, alla norma armonizzata che regola il rischio contro il quale il guanto è raccomandato.
    La marcatura che i guanti di categoria 3 devono riportare è:
    - Identificazione del fabbricante o del rappresentante.
    - Pittogramma del rischio contro il quale è raccomandato.
    - Livelli di resistenza.
    - Modello o riferimento.
    - Taglia.
    - Pittogramma relativo alla brochure informativa.
    - Marcatura CE con il numero di identificazione dell’Organismo di Controllo Notificato responsabile del controllo di qualità CE nella fase di produzione.
    • Devono essere certificati da un organismo notificato e il fabbricante deve adottare uno dei sistemi di garanzia della qualità CE regolamentati per la loro commercializzazione secondo il RD 1407/1992.
PITTOGRAMMA NORMA DESCRIZIONE
EN 388:2016 Rischio meccanico. Abrasione, taglio, strappo e perforazione.
Livello massimo di prestazione: 4 (tranne per il taglio, che è livello 5).
Valore Nome Descrizione
a Abrasione Da 1 a 4
b Taglio con lama Da 1 a 5. Facoltativo se viene visualizzato il valore "e".
c Strappo Da 1 a 4
d Perforazione Da 1 a 4
e Taglio (EN ISO 13997)

Nuovo test, EN ISO 13997, espresso in Newton (da A a F). Prova facoltativa e obbligatoria nel caso vi sia usura nel taglio con lama (b).

F Impatto P nel caso in cui venga testato e superato
EN 374-1

Rischio chimico.
- Tipo A: 6 contaminanti
- Tipo B: 3 contaminanti
- Tipo C: 1 contaminante
*A ciascun contaminante è assegnata una lettera, indicata sotto il tipo di guanto.

EN 374-5 Rischio dovuto a microrganismi (batteri e funghi). Se viene superata la prova per i virus, sotto il logo comparirà la dicitura "virus".
EN 407 Rischio termico (temperatura tra 50ºC e 100ºC). Infiammabilità, Calore da contatto, Calore convettivo, Calore radiante, Piccoli schizzi di metalli fusi, Grandi masse di metalli fusi.
EN 511 Rischi dovuti al freddo (fino a -50ºC). Freddo convettivo, freddo da contatto, Impermeabilità all’acqua.
EN 12477 Rischi da saldatura. Sono classificati in due tipi: Tipo A e Tipo B. Devono essere testati secondo le norme EN388 (rischi meccanici) ed EN407 (rischi termici) e superare livelli minimi per ciascuna norma. Questi livelli e la destrezza determinano il tipo di guanto. In generale, si raccomanda l’uso di guanti di Tipo B nei lavori in cui è necessaria un’elevata destrezza (ad esempio: saldatura TIG).
EN 1082-1 Rischi da tagli e perforazioni causati da coltelli manuali.
EN 60903 Rischio elettrico. Sono classificati in 6 classi in base alla tensione massima di utilizzo.

Classe Tensione di prova Tensione massima di esercizio
00 2,500V 500V
0 5,000V 1,000V
1 10,000V 7,500V
2 20,000V 17,000V
3 30,000V 26,500V
4 40,000V 36,000V

L’abbigliamento da lavoro, come il resto dei Dispositivi di Protezione Individuale, è classificato come segue:
  • Categoria 1: Quegli indumenti da lavoro che, per il loro semplice design, consentono all’utente di valutarne l’efficacia contro rischi minimi e i cui effetti, se graduali, possono essere percepiti nel tempo e senza pericolo per l’utente, come aggressioni meccaniche superficiali o agenti atmosferici non eccezionali o estremi.

    • Questi indumenti devono soddisfare la EN 13688, norma armonizzata che disciplina i requisiti minimi dell’abbigliamento da lavoro: variazione dimensionale dopo il lavaggio, designazione delle taglie, etichettatura, proprietà fisiologiche, solidità del colore, ecc. Oltre alla EN 13688, i capi devono rispettare la norma armonizzata che disciplina il rischio contro cui sono raccomandati, ad esempio:

    EN14058 : Indumenti di protezione contro ambienti freddi (tra -5ºC e 10ºC).

    EN343 : Indumenti di protezione contro la pioggia.

    • La marcatura che questi indumenti di categoria 1 devono riportare è:
    - identificazione del fabbricante o del rappresentante.
    - modello o riferimento.
    - taglia.
    - marcatura CE.
    - istruzioni di manutenzione.
    - composizione.
  • Categoria 2: Indumenti destinati a proteggere da rischi intermedi o di ogni tipo che non comportino lesioni molto gravi o morte.

    • Questi capi devono rispettare, oltre alla EN13688, la norma armonizzata che disciplina il rischio contro cui sono raccomandati, ad esempio:

    EN342 : Indumenti di protezione contro il freddo per temperature ambiente tra -5ºC e -50ºC.
    EN11611 : Indumenti di protezione utilizzati durante la saldatura e i processi connessi.
    EN11612 : Indumenti di protezione per lavoratori esposti al calore (temperatura inferiore a 100ºC).
    EN20471 : Indumenti di protezione ad alta visibilità.
    EN1149-5 : Indumenti di protezione antistatici. EN14116 Indumenti di protezione contro calore e fiamma (limitata propagazione della fiamma) • La marcatura che questi indumenti devono riportare è la stessa della categoria 1, aggiungendo il pittogramma che indica il rischio e i relativi livelli di resistenza.


  • Categoria 3: Indumenti destinati a proteggere l’utente da un pericolo mortale o che può danneggiare gravemente e in modo irreversibile la salute senza che il suo effetto immediato venga rilevato in tempo. Questi indumenti devono essere conformi, oltre alla EN13688, alla norma armonizzata che disciplina il rischio contro cui l’indumento è raccomandato:
    EN13034 Indumenti di protezione limitata contro agenti chimici liquidi (Tipo 6).
    EN13982-1 Indumenti di protezione chimica contro particelle solide in sospensione (Tipo 5).
    EN14605 Indumenti di protezione con giunzioni a tenuta di spruzzi (Tipo 4).
    EN14605 Indumenti di protezione contro agenti chimici liquidi (Tipo 3).
    EN1073-2 Indumenti di protezione non ventilati contro contaminazione da particelle radioattive.
    EN14126 Indumenti di protezione contro agenti biologici.
    EN61482 Indumenti di protezione contro l’arco elettrico.

    La marcatura che questi indumenti devono riportare è la stessa della categoria 2, aggiungendo alla marcatura CE il numero di identificazione dell’organismo notificato incaricato del controllo di qualità CE nella fase di produzione.

    Devono essere certificati da un organismo notificato e il fabbricante deve adottare uno dei sistemi di garanzia della qualità CE regolamentati per la loro commercializzazione secondo il RD 1407/1992.

Tabella misure e taglie

TUTE - GIACCHE - CAMICI
TAGLIA 48(S) 50(M) 52(M) 54(L) 56(L) 58(XL) 60(XL) 62(XXL) 64(XXL) 66 68 70
Torace (cm) 92-96 96-100 100-104 104-108 108-112 112-116 116-120 120-124 124-128 128-132 132-136 136-140
Altezza (cm) 152-158 158-164 164-170 170-176 176-182 182-188 188-194 194-200 194-200 194-200 194-200 194-200
PANTALONI
TAGLIA 38(S) 40(M) 42(M) 44(L) 46(L) 48(XL) 50(XL) 52(XXL) 54(XXL) 56(XXXL) 58(XXXL)
Vita (cm) 72-76 76-80 80-84 84-88 88-92 92-96 96-100 100-104 104-108 108-112 112-116
Altezza (cm) 152-158 158-164 164-170 170-176 176-182 182-188 188-194 194-200 194-200 194-200 194-200
CAMICIE
TAGLIA 37/38(S) 39/40(M) 41/42(L) 43/44(XL) 45/46(XL) 47/48(XXL) 49/50 51/52
Torace (cm) 96-100 100-104 104-108 108-112 112-116 116-120 120-124 124-128
Altezza (cm) 158-164 164-170 170-176 176-182 182-188 188-194 194-200 194-200
TUTE IMPERMEABILI - GILET - GIACCHE - PARKA - POLO - T-SHIRT - MAGLIONI - FELPE
TAGLIA S M L XL XXL
Torace (cm) 84-92 92-100 100-108 108-116 116-124
Altezza (cm) 164-170 170-176 176-182 182-188 188-194

Tabella misure e taglie

PANTALONI
TAGLIA S M L XL XXL
Vita (cm) 72-76 76-84 84-92 92-100 100-108
Altezza (cm) 152-158 158-170 170-182 182-194 194-200

Si classifica in:
  • Categoria 2: Ignifugo (calore e fiamma)

    EN 11612
    A: Limitata propagazione della fiamma (A1-A2).
    B: Calore convettivo (B1-B2-B3).
    C: Calore radiante (C1-C2-C3-C4).
    D: Schizzi di alluminio fuso (D1-D2-D3)
    E: Schizzi di ghisa (E1-E2-E3)
    F. Calore da contatto (F1-F2-F3).

  • Categoria 2: Saldatura

    EN 11611
    - CLASSE 1: Piccole scintille di saldatura (tessuti più fini)
    - CLASSE 2: Grandi scintille di saldatura (tessuti più spessi e tecnologici o pelli crosta)

  • Categoria 3: Indumenti progettati per resistere a temperature >100ºC o certificati per Arco Elettrico… (IEC 61482).

    ALTRE NORME COMPLEMENTARI:
    IEC61482 arco elettrico. Non è una norma di isolamento elettrico... mira a evitare ustioni provocate da questo fenomeno. È classificata nelle classi 1 e 2 in base al grado di protezione.
    EN1149-5 elettricità statica. Evita l’accumulo di elettricità statica sul corpo per ridurre la possibilità di generare una scintilla e quindi un’esplosione... solo EN1149 seguito da "-5" garantisce che il capo sia antistatico nel suo insieme.
    EN20471 per situazioni in cui è necessario segnalare la presenza dell’utente in condizioni di scarsa visibilità. Possono essere di classe 1, classe 2 o classe 3.

    La direttiva che regola le attrezzature utilizzate in ambienti con atmosfere esplosive richiede l’uso di indumenti ignifughi (EN11612) e antistatici (EN1149-5).

  • Categoria 3:

    TIPO 1 : Indumenti a tenuta di gas.
    TIPO 2 : Indumenti non a tenuta di gas.
    TIPO 3 : Indumenti impermeabili ai liquidi.
    TIPO 4 : Indumenti a tenuta di spruzzi.
    TIPO 5 : Indumenti a tenuta di particelle.
    TIPO 6 : Indumenti parzialmente impermeabili agli schizzi.

    Altri rischi
    EN 1149-5 : antistatico.
    EN ISO 14116 : ignifugo.
    EN 14126 : biologico.
    EN 1073-2 : particelle radioattive.

  • EN20471 : Requisiti per indumenti ad alta visibilità.
    X = Classe del capo (3, 2 o 1).

    Questi indumenti servono a segnalare visivamente la presenza dell’utente per essere rilevato in condizioni di rischio, sia alla luce del giorno che sotto i fari di un veicolo al buio.

    Le prestazioni dipendono dal colore e dalla retroriflessione, oltre che dalle aree minime e dalla disposizione dei materiali utilizzati nella loro realizzazione.

    - Materiale di fondo : materiale colorato fluorescente progettato per essere altamente visibile. I colori normalizzati per il materiale di fondo sono:
    Giallo fluorescente
    Rosso fluorescente
    Arancio fluorescente

    - Materiale retroriflettente : materiale retroriflettente che è esentato dal soddisfare i requisiti del materiale di fondo.
    Sono definite 3 classi di indumenti protettivi in base alle aree minime dei materiali incorporati:
    Classe 3 (quella con la maggiore visibilità in ambienti urbani e rurali).
    Classe 2
    Classe 1 (quella con la minore visibilità).

    La nuova norma consente solo bande retroriflettenti con livello 2, quindi la cifra inferiore del pittogramma scompare poiché è un requisito essenziale per la certificazione dei capi (non esiste il livello 1).

Le calzature di sicurezza, come il resto dei Dispositivi di Protezione Individuale, si classificano in:
  • EN20345 per calzature di sicurezza ad uso professionale: CLASSIFICAZIONE I (calzature in pelle e altri materiali)
    SB : Calzature con puntale di sicurezza (puntale interno) resistente a 200 J.
    S1 : SB + Zona del tallone chiusa + Antistatico + Assorbimento di energia nella zona del tallone.
    S2 : S1 + Resistenza alla penetrazione e all’assorbimento dell’acqua.
    S1P : S1 + Resistenza alla perforazione della suola (P).
    S3 : S2 + Resistenza alla perforazione della suola (P) + Suola con scolpitura.

    CLASSIFICAZIONE II (calzature interamente in gomma o totalmente polimeriche, come gli stivali)
    SB : Calzature con puntale di sicurezza (puntale interno) resistente a 200 J.
    S4 : SB + Calzature antistatiche + Assorbimento di energia nella zona del tallone.
    S5 : S4 + Resistenza alla perforazione della suola (P) + Suola con scolpitura.

  • EN20347 per calzature da lavoro ad uso professionale: CLASSIFICAZIONE I (calzature in pelle e altri materiali)
    CLASSIFICAZIONE I
    (Calzature in pelle e altri materiali)

    01

    0B : Proprietà fondamentali.
    01 : 0B + Zona del tallone chiusa + Antistatico + Assorbimento di energia nella zona del tallone.
    02 : 01 + Resistenza alla penetrazione dell’acqua.
    03 : 02 + Resistenza alla perforazione della suola (P) + Suola con scolpitura.
    CLASSIFICAZIONE II
    (Calzature interamente in gomma o
    completamente polimeriche,
    ad es. stivali)

    02

    0B : Proprietà fondamentali.
    04 : 0B + Calzature antistatiche + Assorbimento di energia nella zona del tallone.
    05 : 04 + Resistenza alla perforazione + Suola con scolpitura.

SIMBOLOGIA

Resistente a 200 J Lamina antiperforazione Antistatico Idrorepellente Resistente agli oli
Resistente agli idrocarburi Assorbimento degli urti Suola antiscivolo Puntale rinforzato Resistenza al calore Resistenza al freddo

Marcatura delle calzature

Senza metallo (Metal Free)

  • Le nostre calzature METAL FREE sono progettate secondo i requisiti della EN20345 per calzature di sicurezza, senza utilizzare componenti metallici nella loro struttura, puntando a un elevato livello di comfort che non comprometta la capacità di protezione.

    Il puntale di sicurezza è realizzato in composito (resina composita), risultando più leggero e non magnetico e recuperando la forma dopo un impatto, facilitando così l’estrazione del piede. La lamina antiperforazione, realizzata con lo stesso tipo di materiale o con tessuti di ultima generazione resistenti alla perforazione, oltre a garantire leggerezza e isolamento termico, offre grande flessibilità e torsione, coprendo inoltre una maggiore superficie plantare del piede.

Normativa generale

Questo tipo di DPI è classificato nella categoria III, che comprende attrezzature di progettazione complessa destinate a proteggere da qualsiasi pericolo mortale o che possa danneggiare gravemente e in modo irreversibile la salute; per questo motivo il fabbricante deve redigere una dichiarazione CE di conformità dopo che un organismo notificato ha rilasciato un certificato di esame UE del tipo ed effettuato un controllo della fabbricazione.

Requisiti generali.
Requisiti applicabili a tutti i DPI:
Ergonomia, Sicurezza, Comfort ed Efficacia.

Requisiti complementari.
Quando i DPI dispongono di sistemi di regolazione, devono essere fabbricati in modo tale che, una volta regolati, non possano (in condizioni normali d’uso) diventare inidonei indipendentemente dalla volontà dell’utente.
_Norma EN353-2 Dispositivi anticaduta scorrevoli con linea di ancoraggio flessibile.
_Norma EN354 Elementi di collegamento.
_Norma EN355 Assorbitori di energia.
_Norma EN358 DPI per trattenuta nella posizione di lavoro e prevenzione delle cadute dall’alto. Cinture di fissaggio e trattenuta e componenti di collegamento per trattenuta. Applicabile alle attrezzature destinate a mantenere l’utente nella propria posizione di lavoro (trattenuta) e a impedirgli di raggiungere un luogo dove possa verificarsi una caduta dall’alto (ritenzione). In nessun caso un sistema di trattenuta o ritenzione deve essere usato come arresto caduta.
_Norma EN360 Dispositivi anticaduta retrattili.
_Norma EN361 Imbracature anticaduta.
_Norma EN362 Connettori.
_Norma EN363 Specifica la terminologia e i requisiti generali dei sistemi di arresto caduta usati come DPI contro le cadute dall’alto. Devono essere progettati e fabbricati con un elevato livello di protezione che non generi rischi, facili da indossare, leggeri e senza disallineamenti, e che consentano una corretta posizione dopo l’arresto.
_Norma EN364 Regola i metodi di prova.
_Norma EN365 Requisiti generali per istruzioni d’uso e marcature.
_Norma EN795 Dispositivi di ancoraggio.
_Norma EN813 Lavori in sospensione. Marcatura CE

Marcatura
(trattandosi di DPI di categoria 3) seguita dal numero dell’organismo di controllo autorizzato.
Nome del fabbricante.
Modello del dispositivo.
Numero di serie o di lotto.
Mese e anno di fabbricazione.
Materiali di fabbricazione.

Istruzioni per l’uso
Nome e indirizzo del fabbricante o del distributore. Modello.
Istruzioni di stoccaggio, pulizia e manutenzione. Altre indicazioni ritenute opportune dal fabbricante.

Manutenzione Secondo la EN365
ogni attrezzatura deve essere controllata visivamente dall’utente prima di ogni uso per individuare eventuali danni. La vita utile delle attrezzature STEELPRO è di circa 5 anni, sempre in funzione delle condizioni d’uso e manutenzione (uso quotidiano, esposizione al sole, sfregamento con spigoli e altri dispositivi, trasporto... ecc. riducono la vita dell’attrezzatura). Devono essere sottoposte a una revisione annuale da parte del fabbricante dalla data di primo utilizzo e sostituite a 5 anni dalla data di fabbricazione o dalla data di primo uso. Per le revisioni annuali vanno sempre valutati costi, trasporto, ecc. rispetto al costo di acquisizione di un nuovo prodotto (con maggiori garanzie in quanto attrezzatura nuova e non utilizzata) e con una data di fabbricazione più recente. Considerato il costo attuale delle attrezzature, di norma è più consigliabile, dal punto di vista economico e soprattutto della sicurezza, sostituire le attrezzature con altre nuove.

SIMBOLOGIA

attacco sternale attacco dorsale attacco di posizionamento attacco per seduta

Normativa generale

Norme europee di riferimento
EN352-1 Cuffie antirumore
EN352-2 Tappi auricolari
EN352-3 Cuffie antirumore applicate a un elmetto di protezione
EN352-4 Cuffie antirumore a livello dipendente

Tutti i protettori dell’udito appartengono alla Categoria 2 (3 se rumore nocivo) della classificazione dei DPI.

Valutazione dell’esposizione al rumore
L’esposizione quotidiana di un lavoratore al rumore, livello equivalente giornaliero, si esprime in dB(A), misura calcolata e riferita a 8 ore al giorno. Nei lavori in cui il livello equivalente giornaliero supera 80 dB(A), il datore di lavoro deve fornire otoprotettori ai lavoratori esposti. Nei lavori in cui il livello equivalente giornaliero o il livello di picco supera rispettivamente 85 dB(A), tutti i lavoratori devono utilizzare otoprotettori, il cui uso obbligatorio sarà segnalato secondo quanto previsto dal RD1316/89.

Valutazione dell’attenuazione acustica

I metodi di valutazione sono inclusi nella norma ISO 4869:
Il metodo delle bande di ottava specifica otto valori di attenuazione in decibel a otto frequenze differenti: 63 125 250 1000 2000 4000 6000 8000. I valori di protezione assunti (APVf) sono i valori minimi di attenuazione per ciascuna frequenza di riferimento. Questi valori si ottengono sottraendo, per ogni frequenza considerata, l’attenuazione media del protettore alle alte (H) e basse (L) frequenze.

Il metodo HML specifica tre valori di attenuazione in decibel determinati a partire dall’attenuazione in bande di ottava del protettore. Le lettere HML rappresentano l’attenuazione media del protettore alle alte (H), medie (M) e basse (L) frequenze.

Il metodo SNR specifica un unico valore di attenuazione, Riduzione Semplificata del Rumore. Il valore SNR indica l’attenuazione media del protettore su tutte le bande di frequenza.
I valori HML e SNR non derivano da una media aritmetica dei valori di protezione assunti nella misurazione in bande di ottava, ma dall’applicazione delle formule logaritmiche indicate nella norma ISO 4869.

Selezione e uso
Evitare la sovraprotezione: occorre evitare protettori che forniscano un’attenuazione eccessiva del rumore, poiché potrebbero causare problemi di comunicazione o risultare meno confortevoli, riducendo il tempo di utilizzo da parte dell’utente.

Comfort: il protettore più efficace è quello indossato in modo continuativo. Per questo devono essere il più comodi possibile, così l’utente è motivato a portarli per tutto il periodo di esposizione al rumore, fattore determinante per una protezione reale. È consigliabile che il protettore venga scelto dall’utente.

Tipo di protettore: in ambienti con temperature elevate e grande accumulo di polvere è preferibile usare inserti auricolari, mentre in situazioni di esposizioni ripetute a rumori di breve durata è consigliabile utilizzare cuffie o inserti con archetto, poiché il loro posizionamento e rimozione è più rapido.

Normativa generale

Norme europee di riferimento

Categoria II

EN 397 Caschi di sicurezza per l’industria.
Il casco deve includere almeno una calotta e un sistema di sospensione. Protegge dagli effetti di oggetti che cadono o vengono proiettati, o da carichi in movimento o sospesi.
Requisiti aggiuntivi:
• - 30ºC
• 440V
• Metallo fuso

EN 812 Cappellini antiurto industriali.
I cappellini antiurto servono a proteggere la testa dell’utilizzatore quando urta contro oggetti duri e immobili. Non bisogna confondere un cappellino antiurto con un casco di sicurezza, poiché i rischi da coprire sono differenti.

Categoria III

EN 50365 Caschi certificati per rischio elettrico (1000V).

Tutte le attrezzature appartengono alla categoria II (rischio medio o alto) della classificazione dei DPI.

La norma europea EN 397 specifica i requisiti di prestazione fisica, i metodi di prova e i requisiti di marcatura per i caschi di sicurezza per l’industria. I requisiti obbligatori si applicano ai caschi per uso generale nell’industria. Sono inclusi requisiti opzionali da applicare solo quando richiesti espressamente dal fabbricante del casco.

Requisiti fisici

Per le parti del casco che vengono a contatto con la pelle non devono essere utilizzati materiali noti per causare irritazioni cutanee o effetti negativi sulla salute.

Le parti del casco, i suoi accessori o gli elementi di fissaggio che sono o possono essere a contatto con l’utente durante l’uso non devono presentare spigoli vivi, asperità o sporgenze tali da poter causare danni.

Qualsiasi elemento del casco regolabile o rimovibile dall’utente per sostituzione deve essere progettato o costruito in modo da facilitarne la regolazione, la rimozione o il fissaggio senza ricorrere a utensili.
Qualsiasi sistema di regolazione incorporato nel casco deve essere progettato e realizzato affinché non si deregoli senza che l’utente se ne accorga, nelle condizioni prevedibili di utilizzo. Le calotte antiurto industriali proteggono la testa dell’utilizzatore quando urta oggetti duri e immobili provocando lacerazioni o altre lesioni superficiali fino al lieve stordimento. I cappellini antiurto non offrono protezione contro gli effetti di oggetti che cadono o vengono proiettati, né contro carichi in movimento o sospesi.

Normativa generale

Norme europee di riferimento

EN166 Protezione individuale degli occhi. Requisiti.
EN169 Filtri per saldatura e tecniche correlate.
EN170 Filtro per ultravioletti.
EN171 Filtri per infrarossi.
EN172 Filtri di protezione solare per uso lavorativo.
EN175 Attrezzature per la protezione di occhi e viso durante saldatura e tecniche correlate.
EN207 Filtri e occhiali di protezione contro la radiazione laser.
EN208 Occhiali protettivi per il lavoro con laser e la regolazione di sistemi laser.

Tutti i protettori oculari e i filtri appartengono alla categoria II della classificazione DPI, ad eccezione dei seguenti, che rientrano nella categoria III :
Filtri o protettori per ambienti caldi (pari o superiori a 100º).
Contro la radiazione ionizzante.
Contro il rischio elettrico.
Contro la radiazione laser.

Marcatura
La marcatura serve a identificare il rischio per il quale il protettore oculare è stato certificato. Si tratta di un codice composto da una lettera e numeri che indicano le specifiche di protezione.
Il primo numero indica il tipo di protezione contro la radiazione ottica:
2. Ultravioletto
3. Ultravioletto senza alterazione del colore
4. Infrarosso
5. Luce solare
6. Luce solare con protezione specifica contro l’infrarosso

Il secondo numero indica il livello di protezione secondo il rischio espresso dal primo numero.
Un singolo numero indica il grado di protezione contro i vari tipi di saldatura (da 1.2 a 16).
La lettera tra parentesi indica il fabbricante. Il numero successivo indica la classe ottica (da 1 a 3, dove 1 rappresenta la migliore qualità ottica).
L’ultima lettera indica il livello di resistenza meccanica.

Lettere Tipo di protettore
S = Resistenza meccanica aumentata Qualsiasi
F = Impatto a bassa energia Qualsiasi
B = Impatto a media energia Occhiali a montatura intera o visiera
A = Impatto ad alta energia Visiera

Tipi di protettori oculari

Occhiali a montatura universale, occhiali a montatura integrale, occhiali a mascherina, visiere, schermi da saldatura: manuali, montati sulla testa, applicabili a un casco di protezione...

Normativa generale

Norme europee di riferimento

EN149 Semimaschere filtranti per la protezione da particelle.
EN405 Semimaschere filtranti con valvole per la protezione da gas o da gas e particelle.
EN140 Semimaschere e quarti di maschera.
EN136 Maschere intere.
EN14387 Filtri per gas e filtri combinati.

Tutte le attrezzature appartengono alla categoria III (rischio di morte o lesioni gravi) della classificazione DPI. Per determinare la scelta della maschera e/o del filtro è necessario conoscere: il contaminante, la sua concentrazione e la sua tossicità, il valore TLV, il fattore di protezione nominale del dispositivo, il fattore di protezione richiesto.

TLV o livello di esposizione professionale
È la concentrazione massima di una sostanza contenuta nell’aria, calcolata come media su un periodo di 40 ore settimanali, durante il quale, secondo le conoscenze attuali, un lavoratore può essere esposto giorno dopo giorno senza un probabile rischio per la salute.

Fattore di protezione nominale
Rapporto tra la concentrazione di un contaminante nell’ambiente e la possibile concentrazione all’interno della maschera. Si calcola a partire dal valore della perdita interna massima consentita (%), ottenuto per ogni dispositivo da una prova normalizzata EN.

Fattore di protezione richiesto : rapporto tra la concentrazione media del contaminante nel luogo di lavoro e il TLV.

Dividendo la concentrazione media del contaminante nel luogo di lavoro per il TLV del contaminante stesso si ottiene il fattore di protezione richiesto. L’attrezzatura idonea deve offrire un fattore di protezione nominale superiore a quello richiesto. Esempio:

Contaminante Cellulosa (particella solida)
Concentrazione 40 mg/m3
TLV 5mg/m3
Fattore di protezione richiesto 40/5 = 8
Raccomandazione FFP2 (fattore di protezione nominale 12)

Sostituzione dei filtri: non è possibile stabilire la durata di efficacia di un filtro, poiché vari fattori ne influenzano la durata; umidità relativa, temperatura, ritmo respiratorio, capacità polmonare, concentrazione e natura del contaminante. Si consiglia di sostituire il filtro quando si percepisce un aumento della resistenza respiratoria o l’odore del contaminante.

  Maschere EN149 Maschere EN405 Semimaschere EN140 Maschere EN136
Particelle P1 4.5 4.5 4.5 5
Particelle P2 15 12 12 16
Particelle P3 50 50 50 1000
Gas e vapori - 20 20 2000
Filtri per particelle, gas e filtri combinati
P (bianco) Particelle classe 1 (P1), classe 2 (P2) e classe 3 (P3)
A (marrone) Gas e vapori organici
B (grigio) Gas e vapori inorganici (escluso CO)
E (giallo) Gas e vapori acidi
K (verde) Ammoniaca

Nota: queste tabelle sono indicative. Deve essere il tecnico della prevenzione a raccomandare all’utilizzatore finale quale protezione sia più appropriata sulla base delle misurazioni effettuate sul luogo di lavoro.

Uso delle bottiglie lavaocchi

"Ricorda che ogni secondo è vitale"

NORME
EN15154-1 Norma europea per le docce di emergenza
EN15154-2 Norma europea per i lavaocchi
EN15154-4 Norma europea per i lavaocchi (non collegati alla rete idrica)
EN ISO 13485 Sistemi di gestione della qualità dei prodotti sanitari